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Sita nel territorio del comune di Civitella del Tronto, l'abbazia di Santa Maria Assunta domina dall'alto del Monte Santo la
pianura ove sorge l'abitato di Civitella del Tronto.
La storia del complesso ha origini antiche e restituisce l'immagine di una potente abbazia benedettina, tra le più importanti della
Regione ancora fino al XV secolo, quando inizia un declino che la condurrà man mano alla perdita dell'autonomia sino ad allora
goduta, alla confisca dei numerosi beni ed infine alla soppressione del 1797.

L'Abbazia Santa Maria in Montesanto sorge su un colle isolato isolato davanti a Civitella del Tronto. Fondata da San Benedetto
da Norcia nel 542 è stata nel passato una delle abbazie benedettine più importanti della regione.

Nel XII secolo l'Abbazia di Montesanto possedeva ben otto chiese, duemila moggi di terra nella Val Pescara e aveva giurisdizione
su molti monasteri. Alla fine del XV secolo ebbe inizio la sua decadenza. Il monastero perse l'autonomia e subì la confisca dei
beni con la soppressione definitiva nel 1797. Ha subito recentemente un radicale restauro.

La chiesa è una costruzione a navata unica realizzata ristrutturando la nave sinistra e parte di quella centrale della chiesa più
antica. La facciata originale dell’assetto medioevale è nascosta a metà altezza da due ambienti moderni ai quali si accede
all’interno della chiesa. Il campanile romanico, originariamente nella tradizionale posizione a fianco della facciata, è attualmente
distaccato dal corpo della chiesa abbaziale ed è incorporato nel complesso del monastero.

Il Cristo sulla croce all’esterno del monastero domina la collina e invita a misurarsi con le profondità dell’anima.

Il giardino ospita statue che simboleggiano tutte le fedi dell'uomo, inclusa quella nella scienza (l'astronauta) come risposta ai
turbamenti e alle inquietudini delli'uomo. Alla fine del percorso si può leggere la Dichiarazione "Nostra Aetate" del Concilio
Vaticano Secondo sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane: un bellissimo invito alla collaborazione e al dialogo.

Il complesso è costituito dalla Chiesa di Santa Maria di stile romanico, da un campanile romanico a base quadrata staccato dalla
chiesa ed accorpato all’Abbazia e dall’Abbazia vera e propria. La Chiesa è austera e semplice, a navata unica, e la parete di fondo
del presbiterio è rettilinea. Sulla chiave d’arco dell’ingresso laterale è inciso un decoro floreale insieme alla data 1622, che
probabilmente fu quella di una importante ristrutturazione.

Il complesso è stato oggetto di un lungo restauro che ha permesso il recupero delle strutture da tempo in degrado ed ha
consentito un'approfondita indagine archeologica, grazie alla quale è oggi possibile ripercorrere le diverse fasi costruttive
succedutesi nei secoli. Nel luogo ove sorge l'abbazia sono stati rinvenuti diversi frammenti ceramici di età romana che attestano
la frequentazione del sito già all'epoca, mentre non vi sono tracce di strutture murarie, abitative o templari, riferibili al periodo.
All'Alto Medioevo possono invece datarsi delle sepolture che, secondo gli studiosi, sono da mettere in relazione con il primitivo
insediamento monastico, del quale non rimangono testimonianze murarie perchè "costruito in materiali deperibili,
probabilmente in legno" (Staffa A. R. 1996). Le origini del complesso rimangono tuttavia non molto chiare; la tradizione le
riconduce orgogliosamente a San Benedetto, che avrebbe istituito la prima comunità monastica sul Monte Santo durante un suo
viaggio nel Piceno tra il 540 e il 542. La prima notizia documentale riferibile all'abbazia è molto più tarda, del 1064. Lo scavo
archeologico ha permesso di ricostruire l'impianto assunto dalla chiesa all'epoca: all'esterno vi era un atrio affiancato dalla torre
campanaria, oggi inglobata nei locali del monastero, e all'interno lo spazio era diviso in tre navate, la cui terminazione rimane
incerta. Fra il XIII ed il XIV secolo, periodo in cui l'abbazia vive la maggiore prosperità economico-politica, la chiesa viene
ricostruita nelle forme che ancora oggi vediamo. E' operata una riduzione nelle dimensioni con l'utilizzo di una pianta a navata
unica che, rispetto all'edificio alto medioevale, va ad insistere sul perimetro della navata sinistra e su parte del corpo centrale. La
nuova aula, illuminata da alte monofore, è coperta da capriate (secondo alcuni in origine da arconi a sesto acuto) e termina in un
coro rettangolare coperto da una volta a crociera. Nel XVII secolo si decide di arretrare ulteriormente la facciata che viene in
parte occultata da due piccoli vani attraverso i quali ancora oggi si accede alla chiesa. All'interno dell'edificio è conservato un
prezioso organo di scuola bolognese del 1640 (vd. Sezione Organi, Teramo).

L'Abbazia di Santa Maria di Montesanto

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